E’ spuntato un fungo rosso in un prato di zucchine (funghetti di uova e pomodoro con verde di insalata o zucchina)
La tavolozza dei colori (creme e purè vegetali per tutti i gusti e tutti i colori, comporre un piatto diventa un gioco guidato)
La preparazione del piatto, quando l’età lo permette, è di fondamentale importanza. Comporre forme e colori insieme al bambino fa si che il coinvolgimento passi attraverso l’azione pratica che mira principalmente a “far suo” il cibo per sviluppare il desiderio positivo legato ad esso. L’adulto è in grado di essere a “tratti bambino” ed a “tratti adulto”, in quest’alternanza scaturisce un rapporto reciproco, l’essere altro aiuta a comprender il bimbo ed approcciarsi al cibo con i suoi occhi pur mantenendo la matura intelligenza dell’adulto. Un buon consiglio è quello di considerare in fase di acquisto gli alimenti come elementi nutrizionali necessari ad un’alimentazione equilibrata. Invece in fase di preparazione considerarli forme e colori. L’atteggiamento mentale è fondamentale, così si riesce a “giocare “ insieme a loro ed il momento del pasto diventa un’esperienza sempre nuova e piacevole e non motivo di tensioni ed obblighi.
A volte ho utilizzato, come primo approccio ai piu’ riluttanti, grandi piatti bianchi e creme d’ortaggi colorate spalmate con i pennelli, oppure puree vegetali in grado di acquisire la forme piu’ disparate, non nascondo di essermi divertito!
Cucinare insieme ai bambini e’ sicuramente un’esperienza positiva, naturalmente si inizia con impasti semplici dove loro possono utilizzare liberamente le mani e familiarizzare con gli alimenti. (pizze e focaccie alle verdure)non e’ tanto il risultato che conta ma e’ l’approccio positivo al mondo alimentare che pone le basi per un’alimentazione variegata in futuro. Mangiare cio’ che si e’ preparato insieme dona un valore alle azioni che diventa fondante nella relazione genitore/figlio. Certo e’ da mettere in conto qualche lavaggio in piu’ di tovaglie e magliette, ma questo e’ il meno. Nelle famiglie d’oggi il vero nemico e’ il tempo. Sembra non essercene mai abbastanza! Ma i bimbi, quali creature, fioriscono se ben seguiti ed amati.
Nel limite del possibile ho riscontrato che organizzare piccoli laboratori con bambini e mamme fa mettere in discussione alcune dinamiche familiari a volte limitanti. Il confronto aperto tra mamme e bambini rimette in gioco tutto e l’esempio positivo del gruppo e’ un’efficace stimolo ad utilizzare e mangiare gli alimenti piu’ diversi. Esistono inoltre una grande quantita’ di libri che raccontano di alimenti. Utilizzarli come racconti e farne riferimento prima al supermercato e poi a casa durante la preparazione e’ un naturale dialogo che parte si da lontano ma rende il momento del pasto, quindi del mangiare, una normale conseguenza della storia che si e’ voluto raccontare.
Ritengo che un ottimo metodo sia quello di inventare i nomi delle ricette attraverso una storia letta o raccontata o utilizzando come parte dei nome alcuni personaggi preferiti dai bambini. Dall’ormai conosciuto binomio braccio di ferro e spinaci alla frittata di spongebob, dall’ hamburger filante di poldo alle polpette vegetali di bugs bunny, naturalmente ricche di carote.
Mai dare nulla di scontato, ua volta ho sentito affermare da un bimbo che le uova crescono sugli alberi! Certo l’eta’ dell’apprendimento e’ lunga, c’e’ tempo e spazio per tutto, ma non e’ un problema di istruzione ma una necessaria conoscenza che vuole far comprendere ai bambini l’origine degli alimenti. Andare in campagna, in un orto, in una fattoria didattica e’ utilissimo per far comprendere loro l’origine dei prodotti per iniziare a rendere concreto il loro giusto valore etico alimentare.
Su cio’ che offrono i ristoranti che io sappia, c’è poco da dire …..
Il bambino è concepito come “pasta al pomodoro/cotoletta e patatine fritte/gelato”. A volte sono proprio gli stessi genitori a richiedere questo menù in modo che il bambino sia contento e fondamentalmente non crei problemi in occasione delle uscite al ristorante , cosi’ facendo risolvono un problema anche nelle cucine, meno variazioni rendono il lavoro del cuoco piu’ semplice. E così l’uscita al ristorante, invece d’essere un’avventura alimentare ed un momento di scoperta di gusti nuovi ed inconsueti diventa un momento dal punto di vista gastronomico privo di rilevanza agli occhi del bambino.
MARTINELLI MARCO CHEF E FORMATORE